Juls
Ed eccoci qua.
Prima di iniziare vorrei fare però una piccola, ulteriore, premessa: quella che vi ho descritto è la situazione delle case editrici che conosco/di cui mi hanno parlato, ovviamente ogni regola ha la sua eccezione. Ad esempio so che le Edizioni e/o nel 2010 hanno aperto per un arco di tempo di qualche mese l'invio di manoscritti, e che c'era qualcuno di dedicato alla lettura.

Ma, ordunque, veniamo a noi...


1 - Leggere almeno 5 libri all'anno

Banale, vero? In realtà miei cari lettori non lo è per niente: in Italia ci sono più persone che scrivono di quelle che leggono. Com'è possibile, vi chiederete voi (me lo sono chiesta anch'io)?
Beh molta gente scambia il fatto di conoscere la lingua con la capacità di scrivere narrazioni...
Io scrivo, leggo e parlo inglese ma questo non significa che sappia scrivere in senso letterario, in questa lingua.

Se non leggi come fai, senza termini di paragone, a sapere se un personaggio è interessante o trito? Se i tuoi giri di frase hanno la forza che avresti voluto dargli?
O molto più semplicemente: come fai a sapere se è buono quello che hai scritto o fa cagare se non sai neanche cosa ti piace? Insomma, non-lettori ma aspiranti scrittori: studiate (piacevolmente) la concorrenza. Così svilupperete spirito critico e capirete cosa cercano le case editrici oggi in Italia. E soprattutto: anche se vi piace un particolare genere narrativo, non fossilizzatevi. Variare è fondamentale per approfondire linguaggio e ritmo.

Non vi sto dicendo di spegnere il pc e lanciarvi a comprare Proust, però se vi piace il giallo, non vi siete mai persi una puntata della signora Fletcher, iniziate sì a leggere da Nesbo alla Christie, senza dimenticare quell'ottimo cesellatore che è Carofiglio, ma lasciatevi vagare anche in altri territori. Ridete amaramente con "Il mondo deve sapere" della Murgia o lanciatevi, perché no, anche in un Fabio Volo. Insomma, cose che vi piacciano ma tocchino generi diversi.

Non credete di averne bisogno? Andate nel vostro romanzo e contate con gli strumenti di word quante volte avete usato il sostantivo "cosa", e poi ne riparliamo!
Juls
Non ho mai avuto paura di restare a casa da sola. Né in generale di essere in un posto, da sola. Tranne la foresta di notte, quella mi inquieta anche in compagnia. Ma stasera che ero l'ultima del mio piano rimasta ho provato una certa forma di inquietudine. Sarà che non è davvero un posto a cui appartengo e mi ci sento insicura? O forse è che è grande e appetibile se qualcuno volesse farci un'incursione?

Oggi inauguro nuova strategia: prendo cena, mangio sul treno, mi fiondo a letto.
I treni per altro in questi ultimi giorni post natalizi sono abbastanza vuoti, anche negli orari più caldi.

Non solo: per qualche miracolo han colto che i Vivalto sono problematici su una tratta che porta a diversi aeroporti e stanno mandando solo treni tradizionali. Più il treno della Regione Piemonte, che potete ammirare in foto e.... È pulito!!!!!! Maggggia! Oltre a essere ovviamente molto molto fashion!
Pare inoltre, da cartelli appesi all'ingresso delle vetture, che tutti i treni della tratta per maggio saranno rinnovati al loro interno: che sia vero? Vale la pena farsi un po' di Torino-Milano per luglio-agosto... Ah! Se fossee vero...
Juls
Arrivare in tempo per prendere un treno e non riuscire a salire perché è troppo pieno.
Mi sembra la metafora della vita di oggi. A voi no? Della mia almeno.

Ma non sono queste le misure che non tornano. È che ho passato la giornata cercando di far quadrare misure di pagine di pdf e c'è stato sempre quel qualcosa in altezza o larghezza che non tornava, acciderbolina!
Ci sono quelle giornate così, in cui c'è sempre un intoppo. Tipo, "arrivo a casa mezz'ora prima" e il treno è pieno e non riesci a salire, "lavoro da Vercelli a Milano" e il treno è ... pieno. E stai in piedi.


Days like these insomma. Niente di eccitante da raccontare, però. A parte che dopo venerdì, dopo LibrInnovando, io sono proiettata verso altri lidi, oggi ho fatto un sacco di fatica a non arrivare in ufficio e dichiarare "ok ora dieci minuti di confronto serrato su questi fantastici temi!".
Per altro non avrei altri che i miei colleghi per confrontarmi su queste cose. Ma sono discorsi riservati alle pause pranzo, I fear. Come posso pretendere che tutto si fermi per ascoltare la sottoscritta? E nel contempo come faccio a spiegare ai miei amici che forse il futuro dei libri per bambini è davvero nelle app interattive?


Ma veniamo a Librinnovando
Va premesso che non ero mai stata ad un evento interamente dedicato all'editoria digitale. E potrete ben capire, essendo quello l'argomento della mia fu prima tesi ("fu" perché il contratto del mio relatore non fu rinnovato e la sottoscritta ha cambiato metà) l'entusiasmo non era poco. È bastato lo schermo-tweet wall per andare in estasi. E il fatto che un po' il filone della giornata è stato quello, saggio, che appoggio da tempo. Ovvero "ok amiamo tanto il libro di carta tradizionale e la comunicazione tramite giornali, ma solo per questo non dobbiamo scoprire e provare quello che i offre il futuro? Vediamo, prima di gridare al demonio o arroccarsi su posizioni a un estremo o all'altro. Vediamo quel che si può realizzare.
La giornata ha coperto molt argomenti a me molto cari: social reading, ebook 3 o app, l'uso dei social media nella comunicazione, quello che si sta facendo e si potrebbe fare, il ruolo dei blogger come fari nell'oceano delle migliaia di nuove uscite che ci sommergono ogni anno, il ruolo dell'autore, che in Italia cambia MOLTO più lentamente, il self-publishing (gioie e dolori!) e molto molto altro. Non credo di riuscire a riassumere tutto, soprattutto visto che sto completando questo post a distanza di due mesi, ma credo anche che la sintesi migliore sia... Andateci, a questi eventi. Anche se pensate che il digitale sia un abominio, è nel nostro futuro. E per quanto possiamo saperne, non sarà mai come sentire le esperienze diverse degli operatori del settore.
A esempio, sapevate che i bambini imparano la favola dei tre porcellini con una app interattiva? Meglio mamma che legge e fa le voci? Ovvio! Però volete mettere rispetto a un cartone animato?
E soprattutto... Secondo voi che se ne faranno i bambini di oggi, una volta cresciuti, dei libri cartacei?
L'idea di perdere la carta mi fa impazzire, ma non per questo devo fare il gioco delle tre scimiette...

Let's think about it!








La canzone del giorno... "Don't stop believin'".
Ebbene sì, sono una patita di Glee. Una stagista pendolare deve pur sorridere una volta a settimana!











Juls
Penserete che io sia diventata snob. E un po' è vero. Ma non è per questo che ho smesso di scrivervi, quanto per i lavori. Però poi ho deciso di provare a scrivere a pezzi. Mentre sto in metro, ad esempio. Così mi sale meno l'irritazione per coloro che, nonostante avvisi audio e ButtaGiù insistono a salire che i vagoni sono strabordanti.

Ragazzi, la prima classe è una figata.
Indovinate un po'? Ti siedi SEMPRE! L'unica volta in cui son stata un pochino in piedi, due treni eran stati soppressi e uno aveva 45 minuti di ritardo... E poi quasi sempre c'è SILENZIO!!! A parte quando ci sono degli imbucati. La mancanza di silenzio è uno degli indizi.

Detto ciò a meno che io abbia mai uno stipendio a tre zeri, dubito che si ripeterà l'esperienza. 60 maledetti euro di differenza!
Ah però se fossero meno vi giuro li spenderei.
E lo snobismo?
Ebbene, sto odiando visceralmente gli imbucati. Perché prendono posto e fanno casino e si mettono a litigare col controllore e... Sigh, sono una snob di merda, vero? Però apprezzo molto quelli che, una volta sgamati, se ne vanno in seconda in dignitoso silenzio. Sono pochi, purtroppo.
Ah e non sopporto quando mandano via i vecchietti, imbucati. Mi sale il nervoso come quando gli fanno la multa per non aver obliterato. Però giovedì scorso un controllore ha detto a un vecchietto "venga che la accompagno a trovare un posto in seconda" e gli ha portato la valigia.
Sono i momenti in cui mi piace davvero, essere italiana.

Avrei voluto farvi una cronaca dei vuaggi nei giorni peggiori dell'emergenza-neve ma... Troppo lavoro e troppi disastri. Cancellazioni, ritardi, straripamenti dei vagoni... Di tutto e di più insomma. Fino al paradosso del famoso giorno del 7.45 e 8.10 soppressi e l'8.45 con 45 minuti di ritardo e sul quale il capotreno ha avuto il coraggio di dire "Ma il 5.50 da Torino è partito, poi non sappiamo come tutti gli scambi si sono ghiacciati".
Non lo so signor Capotreno, a -12/-18 come faranno mai gli scambi a ghiacciarsi? Mistero...

News importantissima: se siete possessori di uno smartphone e pendolari dovete assolutamente scaricarvi Pronto treno, l'applicazione delle fs che permette con esattezza di sapere dov'è davvero il vostro treno perché, mi ha spiegato Panda quindi è vero, si collega direttamente al gps del treno. Unica pecca: se lo cancellano a prescindere non ve lo dice, e il ritardo è calcolato verificando dove si trova il treno rispetto a dove dovrebbe essere... Anche se per i ritardi sappiamo bene che è raro ce li dicano per eccesso. Anzi in questi giorni treni in ritardo di quaranta minuti rispetto all'orario di partenza ne avevano segnati solo 20 sul tabellone... Stranezze (fs)italiane.
Juls
Ho deciso, per riempire i giorni che ci separano dalla fine di questo blog (magari tornerò a fare la pendolare ma, ahimé, la stagista è proprio impossibile. A meno che torni all'università... Il che vedo alquanto improbabile) allietandovi con dieci regolette utili per coloro che hanno o progettano un manoscritto nel cassetto.
Ovviamente si tratta di cose, all'apparenza anche banali, che ho imparato durante la mia esperienza sia in casa editrice che come editor e lettrice freelance. Per dare una mano a chi ci vuole provare, ma anche nella speranza che certe castronerie la gente inizi a evitarle.

È necessaria però una piccola premessa, lo svelamento di un segreto di pulcinella.
Molta gente pensa che nelle case editrici ci siano plotoni di persone assunte solo per leggere libri. Ebbene mi duole deludervi: non è così (tranne forse nella grande M, ma non sono sicura), almeno non in Italia. Ci sono professionisti, gli editor, che valutano i testi e con l'autore ci lavorano. Ma in molte case editrici medio-piccole sono anche redattori, quindi il tempo dedicato alla lettura è davvero esiguo.
Non solo: anche nelle case editrici piccole arrivano ogni giorno decine di titoli. Figuratevi quelle medio-grandi. E questi gli invii spontanei. Aggiungetevi gli invii da agenzie letterarie e, se la casa editrice pubblica stranieri, quelli da scout. Queste due categorie hanno ovvia priorità di solito, per un semplice fatto: qualcuno ha già effettuato una selezione. Ci sono dei lettori professionisti, certo. Ma poiché costano si danno di solito loro cose già scremate, ergo a cui si è potuto dedicare almeno un po' di tempo.

Questo per dirvi di evitare le lamentale tipiche di moltissimi aspiranti scrittori "ci mettono troppo, le case editrici sono cattive, non mi capiscono, etc etc etc".
E cercare piuttosto di seguire il buon senso, e questo piccolo decalogo che vi offro.

Ovviamente non posso offrirvi alcuna certezza, solo la speranza di avere qualche chance in più che qualcuno dia uno sguardo al vostro creaturo.